#IChing: gli “Operatori del Mutamento”

di Tiziano Mattei

In questo articolo vorrei introdurre una tecnica di analisi descritta dall’esperto americano Stephen Karcher, ma rintracciabile anche presso altri studiosi, utilizzabile (in aggiunta ai procedimenti standard di lettura dell’I Ching) per indagare aspetti più nascosti di una consultazione.
Si tratta dello studio dei cosiddetti Change Operators (Operatori di Mutamento), il cui scopo è quello di analizzare le forze attive all’interno del mutamento stesso tra i due esagrammi del responso: ciò che trasforma il primo esagramma nel secondo, o la forma del processo di mutazione.
Questa forma è indagata esaminandone l’aspetto yin e l’aspetto yang separatamente: per questo gli operatori sono due, l’Operatore Yin e l’Operatore Yang.

Gli operatori sono una coppia di opposti (complementari), costruita a partire dalla posizione delle linee mutanti del lancio, indipendentemente dalla loro natura:
• per costruire l’operatore yin si disegnano linee spezzate in tutti i posti interessati da mutazione e linee intere nei posti non mutanti;
• per costruire l’operatore yang si disegnano linee intere in tutti i posti interessati da mutazione e linee spezzate nei posti non mutanti.

Esempio: 19.1.2.5 > 8

Il responso coinvolge l’esagramma 19, l’Avvicinamento, e l’esagramma 8, la Solidarietà (o Unione).
Concentriamo la nostra attenzione sui livelli interessati da una mutazione: questi sono l’1, il 2 e il 5.

L’operatore yang sarà quello che avrà i livelli 1, 2 e 5 occupati da linee intere e gli altri da linee spezzate:

cioè l’esagramma 60, la Delimitazione (o Misura, Scansione).

L’operatore yin sarà quello che avrà i livelli 1, 2 e 5 occupati da linee spezzate e gli altri da linee intere:

cioè l’esagramma 56, il Viandante (o la Truppa di frontiera); per costruzione, è l’opposto (complementare linea per linea), del segno 60.

Possiamo raffigurarci l’intero processo di mutazione, con l’azione dei due operatori di mutamento, nel modo seguente:

Come si usano?

Karcher definisce l’operatore yang come interno o d’ispirazione, l’operatore yin come esterno o di realizzazione:

“The Inner Yang or Inspiration Operator describes the inner transformative aspects of a situation.
The Outer Yin or Realization Operator describes the places where change occurs and its possibilities of realizing your desires.”

“L’Operatore Interno, Yang, o d’Ispirazione, descrive gli aspetti trasformativi interni di una situazione.
L’Operatore Esterno, Yin, o di Realizzazione, descrive i luoghi in cui avviene il mutamento e le sue possibilità di realizzare i tuoi desideri.”

Questa concezione è coerente con la definizione di yang come principio iniziatore e di yin come principio realizzatore.

Personalmente, ho elaborato alcune variazioni rispetto alla tecnica originale.

Quando esamino l’operatore yang, studio il modo in cui agisce lo yang nell’esagramma trovato. Nel nostro esempio, potrei dire che lo yang nel segno 60 ha la funzione di stabilire le regole e le misure e farle rispettare.
Quando esamino l’operatore yin, studio il modo in cui agisce lo yin nell’esagramma trovato. Nel nostro esempio, potrei dire che lo yin nel segno 56 incarna la capacità di rimanere modesto e di adattarsi ad un contesto differente dal proprio.

Queste due funzioni vanno ad interagire e la loro interazione è la forma del processo di mutamento che a partire dal segno 19 genera il segno 8.
In presenza di linee mobili contrastanti, questa tecnica spesso aiuta ad orientare la lettura e a non perdersi nelle apparenti contraddizioni.

Una ulteriore variazione mi induce a considerare un operatore come attivo soltanto in presenza di linee mutanti della sua stessa natura (non considero l’operatore yang quando le linee mutanti sono tutte dei sei, non considero l’operatore yin quando le linee mutanti sono tutte dei nove). Tuttavia, non bisogna dimenticare che l’esistenza di un esagramma (in quanto forma) in un qualsiasi aspetto del reale non può non presupporre la coesistenza del suo opposto.

La trattazione originale di Stephen Karcher è scaricabile alla pagina:
http://www.ichinglivingchange.org/room-using-change-nuts-bolts/

A titolo esemplificativo, completo l’analisi della consultazione proposta sopra, pur in linea del tutto teorica in mancanza di una domanda reale.

19.1.2.5 > 8
Operatore yang: 60
Operatore yin: 56.

Esagramma 19

L’avvicinamento ha sublime riuscita. Propizia è perseveranza. Quando viene l’ottavo mese vi è sciagura.
[L’avvicinamento. Il solido penetra e cresce. Sereno e devoto, il solido sta nel mezzo e trova corrispondenza: “Grande riuscita per conformità”, questo è il corso del cielo. “Quando viene l’ottavo mese vi è sciagura”. La caduta non si fa aspettare a lungo.]
Al di sopra del lago vi è la terra: l’immagine dell’avvicinamento. Così il nobile è inesauribile nella sua intenzione di insegnare, e senza limiti nel sostenere e proteggere il popolo.

19.1
Avvicinamento comune. Perseveranza reca salute.
[La sua volontà è quella di agire conformemente.]
19.2
Avvicinamento comune. Salute! Tutto è propizio.
[Non bisogna abbandonarsi al destino.]
19.5
Avvicinamento saggio. Questo si addice a un grande principe. Salute!
[Con questo s’intende che egli deve camminare nel mezzo.]

Esagramma 8

La solidarietà reca salute. Scruta l’oracolo ancora una volta per sapere se possiedi sublimità, durata e perseveranza; allora non vi è macchia. Gli incerti si accostano a poco a poco. Chi arriva troppo tardi ha sciagura.
[“Solidarietà reca salute”. Solidarietà significa aiuto reciproco. Gli inferiori sono devoti e obbedienti. “Scruta l’oracolo ancora una volta per sapere se possiedi sublimità, durata e perseveranza; allora non vi è macchia”, per la solidità e la posizione centrale. “Gli incerti si accostano a poco a poco”: sopra e sotto si corrispondono. “Chi arriva troppo tardi ha sciagura”. Il suo cammino è finito.]
Sulla terra sta l’acqua: l’immagine della solidarietà. Così gli antichi re hanno concesso i singoli Stati come feudi e hanno curato amichevoli rapporti con i principi feudatari.

Sembra una situazione in cui più entità (persone, istanze di varia natura ecc.) stanno convergendo armonicamente verso un centro d’attrazione. C’è grande consapevolezza, probabilmente incarnata da un “maestro” o una guida (o una parte interiore) che sa assistere, accompagnare e proteggere. C’è un sentimento diffuso di fratellanza o di unione spirituale, ci si sente affini.

La linea 19.1 possiede la virtù zhen (perseveranza), la quale va a completarsi con la virtù li (propizio) della 19.2 a comporre la seconda metà (emiciclo yin) della formula della Sentenza (yuan heng, li zhen: sublime riuscita, propizia è perseveranza). In quanto linee yang, l’aspetto yang è insito nella loro natura, e così il ciclo si ricompone, le quattro virtù agiscono insieme e confluiscono nella “saggezza” della linea 19.5, che diventa il polo d’attrazione comune, in grado di innescare l’empatia che unisce (la parola “comune” delle linee 19.1.2 traduce xian, titolo dell’esagramma 31 (la Stimolazione o Reciprocità): l’avvicinamento è perciò “reciprocamente stimolante”, complice, percorso da una scintilla di attrazione).

Dai trigrammi vediamo che questa complicità interiore è fatta di apertura serena e gioiosa, simile alla superficie di uno stagno al mattino (19, dui interno), e che ciò che si va a produrre esternamente è un’unità profonda, tenuta insieme da qualcosa di insondabile, inesauribile e inarrestabile come il moto dell’acqua, e come l’acqua stessa foriero di vita e nutrimento (8, kan esterno). Tutto questo processo passa per l’interiorizzazione dello spazio vuoto, della disponibilità e del dono (passaggio di kun esterno nel 19 a interno dell’8).

Tuttavia, qualcosa grava come una nube su questa scena “ideale”: anche se le linee non sembrano lasciare adito a dubbi, alcune parole delle sentenze dei due esagrammi rimangono a turbare l’animo. “Quando viene l’ottavo mese vi è sciagura”; “scruta l’oracolo ancora una volta per sapere se possiedi sublimità, durata e perseveranza”; “chi arriva troppo tardi ha sciagura”.
Sembra che il fattore tempo rivesta un’importanza particolare in questa situazione; anche la presenza dell’intera locuzione yuan heng li zhen (che denota un ciclo temporale completo), nonché l’appartenenza del segno 19 alla serie del calendario, sono indizi che puntano nella stessa direzione.
Nella sentenza dell’8 è richiesto di indagare sulla presenza di tre virtù: la “sublimità” e la “perseveranza” corrispondono alla prima e all’ultima delle virtù del cielo, la “durata” invece è espressa da un ideogramma che rappresenta proprio lo scorrere continuo e inesauribile di un corso d’acqua. Grammaticalmente, questo ideogramma si può legare anche alla parola yuan, così da leggere: “…se possiedi un fondamento (yuan) durevole e capace di farti perdurare nel giusto (zhen)”.

Qual è dunque la base, l’origine della durata nella perseveranza?
Esaminiamo gli operatori.

Operatore yang – 60

Alcune parole colpiscono subito perché sembrano parlare esattamente di ciò che cerchiamo:
“Le cose non possono stare durevolmente separate” (la Serie); “amara delimitazione non va esercitata con perseveranza (lett: rende impossibile la perseveranza)” (Sentenza); “cielo e terra hanno le loro delimitazioni, e le quattro stagioni hanno origine” (Commento alla decisione).
Scansione del tempo, delimitazione dello spazio; ritmi naturali da rispettare, respiro della relazione che ne permette l’esistenza e la vita. Ciò che si aggrega attorno a un centro non può considerarsi che fluido, l’avvicinarsi deve presupporre un allontanamento perché ci si possa avvicinare di nuovo. Questo significa “indagare che cosa siano virtù e retto cammino” attraverso l’ “istituzione di numero e misura” (Grande Immagine). Respiro del tempo e respiro dello spazio: e non trattenere il respiro, se non in circostanze eccezionali, e comunque non a lungo, giacché significherebbe morire. “I solidi hanno raggiunto il centro” e sono loro a regolare la “distribuzione uguale di solido e tenero”, come a dire che il ritmo è il vero principio regolatore e la materia, lo spazio, non può che adattarsi di conseguenza. Come nella sentenza dell’8, dove chi giunge, per quanto indeciso, non può indugiare oltre un certo limite, per la salvaguardia del buon funzionamento del sistema.
Ed ecco che due dei trigrammi caratteristici del nostro lancio si ripresentano insieme, lago vaporoso ed acqua corrente: l’uno si confronta all’altro presentandogli un aspetto di sé opposto, che non conosceva, ma che pure deve accettare come un’altra possibile manifestazione della propria stessa natura. Leggerezza e profondità, in fondo, sono fatte della medesima sostanza, e solo la loro frequenza vibratoria (che è ritmo) le distingue.

Operatore yin – 56

“Un uomo che ha pochi amici, quegli è il viandante” (Segni misti).
Qui lo scenario sembra distante anni luce da quello del nostro lancio: un viaggiatore solitario (o tutt’al più un piccolo manipolo) vaga senza sosta in terra straniera.
Qui il tempo è impermanente, sembra che nulla possa durare; non ci si può attaccare a nulla, porre basi è del tutto fuori luogo e neppure i processi si possono “tirare per le lunghe” (Grande Immagine). Come un incendio si percorre la montagna, ciò che alimenta la vita si esaurisce in continuazione e il taglia-e-brucia sembra l’unica soluzione possibile.
Eppure le cose non stanno esattamente così. Il viandante ha “pochi amici” ed ottiene “riuscita nel piccolo”. “Il tenero raggiunge il mezzo all’esterno e si adatta al solido”.
Ciò che fa sì che il viandante rimanga se stesso pur trovandosi in terra straniera è proprio la sua capacità di conservare la propria differenza, di adattarsi nel piccolo, di volta in volta, alle situazioni, senza confondersi, senza fondersi in un contesto che non è il suo. Salda adesione esterna alla propria individualità, alla propria unicità interiore, alla propria integrità; ad un monte che, come nel 15 (la Modestia o Integrità), non desidera mostrarsi o apparire.
E allora “al viandante perseveranza è salutare”, o anche, data l’inusuale ripetizione del nome dell’esagramma nella seconda frase: “una corretta perseveranza nel sentirsi viaggiatore è ciò che fa funzionare il sistema”; la virtù dell’inverno (zhen, “perseveranza”), grazie alla quale il seme accumula la forza di germogliare, riesce così a interagire con il germe del suo opposto, la “piccola offerta” (heng xiao, “riuscita per piccolezza”) di un impegno costante nell’essere attento al contesto, nel non strafare, nell’apprendere le usanze e i tempi altrui; il viandante può riuscire perché sa chi è, perché il rispetto dell’altro non gli fa perdere se stesso.

Ed ecco allora delinearsi la forma di questo “avvicinamento”, due volte “comune” e per questo “saggio”: l’unione corretta non è fusione, non è il mescolarsi del sangue nero e giallo dei due draghi (come alla sesta linea del Ricettivo), perché yin e yang possono interagire soltanto se ciascuno rimane se stesso ed occupa il posto, ed il tempo, che gli spetta. L’empatia che unisce si trasforma in respiro e può durare se accetta di soggiacere al ritmo della vita, se si lascia svanire, “all’ottavo mese”, senza paura di estinguersi; ciò che la alimenterà sarà il fatto che ciascuno avrà saputo restare se stesso ed avrà trovato nell’unione la possibilità di esprimere la propria individualità unica, senza paura di perdere l’altro.

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