Il cosiddetto “credo del samurai” è il manifesto che sintetizza il Bushidō 武士道, la Via del Guerriero, il cui culmine è rappresentato dallo stato di Mushin, il “cuore vuoto”, libero da ogni pregiudizio o aspettativa.
La più antica opera cinese, il Libro dei Mutamenti Yi Jing (come viene modernamente ortografato per gli occidentali l’I Ching), pilastro della saggezza e del pensiero filosofico di quel popolo, interpreta il principio di realtà non in termini di azione ma di trasformazione. La polarità di base presente nell’universo è rappresentata dalle due linee, spezzata (yin) ed intera (yang), che ci danno conto di ogni processo e, convertendosi e permutando le une nelle altre, ci indicano l’universale legge della trasformazione continua delle cose (il panta rei di Eraclito). Il saggio apprende dal loro esame, nella consultazione del Libro, ad apprezzare il “campo delle forze” che sono in gioco e che costituiscono il “potenziale della situazione”; non per uno scopo meramente contemplativo, ma semplicemente e pragmaticamente per rendere la sua condotta “efficace”, cioè sempre “in fase” con l’evolversi stesso delle cose. In questo modo Il saggio (oppure lo Yi Jing, che è lo stesso), come pure lo stratega, non appunta la sua attenzione sull’azione momentanea (anche quando è prolungata) ma “trasforma” pensando alla durata del processo, dalla cui continuità scaturisce l’effetto naturalmente, l’efficacia.