Si possono salvare gli altri? #IChing #Esagramma 4 #Jung

Yi Jing (I Ching), Esagramma ䷃ 4 La Stoltezza Giovanile 蒙 Meng

Sentenza:

Nella “Stoltezza” sotto il Monte c’è il pericolo .

Essere in pericolo eppure bloccarsi è da “Stolti”.

La Stoltezza ha riuscita”: invero riesce chi si muove cogliendo il tempo (giusto, quello della gioventù).

Non sono affatto io a cercare il giovane Stolto, è il giovane Stolto che mi cerca”: ma invero le (due) volontà si corrispondono.

Alla prima consultazione do un responso”: invero a chi è solido e centrato.

Una seconda o una terza (consultazione) confondono, se c’è confusione allora non c’è responso”: invero la confusione è Stoltezza.

Invero il saggio utilizza l’alimentazione (con “propizia determinazione”) per avere successo nel correggere lo Stolto.

Per questo parlo loro in parabole, perché, vedendo, non vedono; e udendo, non odono né comprendono. E si adempie in loro la profezia d’Isaia che dice:

Udrete con i vostri orecchi e non comprenderete;

guarderete con i vostri occhi e non vedrete;

perché il cuore di questo popolo si è fatto insensibile:

sono diventati duri d’orecchi e hanno chiuso gli occhi,

per non rischiare di vedere con gli occhi e di udire con gli orecchi,

e di comprendere con il cuore

e di convertirsi, perché io li guarisca”.

(Matteo 13,13-15)

Prima di chiedere bisogna imparare ad ascoltare.

È un luogo comune fra chi frequenta il Libro dei Mutamenti che la Stoltezza Giovanile compaia come responso a chi pone troppo insistentemente la stessa domanda.

La questione non è tanto l’eventuale suscettibilità del maestro, quanto l’atteggiamento infantile del postulante che gli impedisce di compiere qualsiasi progresso perché si pone nella condizione di chiedere senza mettersi in grado di recepire.

Il Maestro (Confucio) disse:

Non do spiegazioni a chi non è diligente, né a chi non si preoccupa di non sapersi esprimere.

Non ripeto la spiegazione a chi, identificato un angolo, non è capace di intuire gli altri tre”.

(I detti di Confucio 7,8)

Val più la pratica o la grammatica?

Nella concezione orientale sono entrambe egualmente importanti.

Il Maestro (Confucio) disse:

“Studiare senza riflettere è inutile, riflettere senza studiare è pericoloso”.

(I detti di Confucio 2,15)

Questa frase è stata ripresa da molti altri, fra cui Shizuto Masunaga, uno dei grandi maestri di Shiatsu, che soleva dire:

la teoria senza la pratica è inutile, la pratica senza la teoria è pericolosa”,

che è ovviamente in contrasto con il noto detto popolare

val più la pratica che la grammatica”.

Jung cita la Sentenza della Stoltezza Giovanile per affermare che non si può salvare nessuno da se stesso:

[…] è molto importante che il medico non voglia guarire a tutti i costi.

Dobbiamo essere estremamente attenti a non imporre al paziente la nostra volontà e le nostre convinzioni. Dobbiamo lasciargli un certo margine di libertà.

Non si può strappare la gente al proprio destino, così come in medicina non si può guarire un malato se la natura vuole farlo morire.

Talvolta è veramente problematico se sia lecito salvare un uomo dal destino che deve affrontare, perché possa svilupparsi ulteriormente.

Non si può impedire a certe persone di commettere terribili assurdità perché fa parte della loro natura.

Se io mi intrometto, loro non hanno alcun merito. Il nostro sviluppo psicologico può veramente progredire soltanto se ci accettiamo quali siamo e se viviamo con il necessario impegno la vita che ci è stata affidata.

I nostri peccati, errori e colpe sono necessari, altrimenti saremmo privati dei più preziosi incentivi allo sviluppo.

Se, dopo aver sentito qualcosa che avrebbe potuto cambiare il suo punto di vista, un uomo se ne va e non ne tiene alcun conto, io non lo richiamo indietro.

Potrete accusarmi di non comportarmi cristianamente, ma non m’importa.

Io sto dalla parte della natura.

L’antico libro di saggezza cinese dice:

«Il Maestro ha parlato una sola volta. Egli non corre dietro alle persone, non serve a nulla. Coloro che devono capire – perché è questo il loro destino – capiranno, e gli altri non capiranno.»

Perciò io non insisto mai su una mia affermazione. Potete accettarla, ma se non lo fate, va bene lo stesso.

(C.G Jung)

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