I più comuni errori di interpretazione dell’I Ching

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Molte delle cose che sai sull’I Ching, il Libro dei Mutamenti, non sono vere, ma il problema reale è che pregiudizi metodologici ed errori tecnici ti impediscono di leggere correttamente i responsi, di comprenderne la potenza e il senso profondo e di integrarli adeguatamente nella tua vita.

Ecco una panoramica dei più comuni errori di interpretazione dei responsi dell’oracolo:

  1. Non conferire durata al responso: l’oracolo è una guida ed il responso, per esprimere al meglio tutte le sue virtù, deve essere integrato nella vita reale del postulante ispirandone le scelte e l’orientamento.
  2. Credere che il responso dica delle “banalità“: generalmente l’I Ching dice delle “banalità”, perché sono tutte cose che già sappiamo, ma non siamo in grado di mettere in ordine e, soprattutto, di affrontare nel modo dovuto, secondo le giuste tempistiche e modalità.
  3. Non interpretare letteralmente il responso quando invece sarebbe il caso di farlo: le risposte del Libro dei Mutamenti sono spesso molto semplici e dirette, per cui, quando è appropriato in relazione alla domanda posta. Ad esempio, “tre anni” è il tempo considerato fisiologicamente necessario ad elaborare il lutto e va considerato come tale se la questione riguarda una perdita importante.
  4. Cercare risposte complesse: pensare che la soluzione debba per forza essere complicata, visto che non riusciamo a venirne a capo (vedi il punto precedente).
  5. Credere che l’oracolo risponda a ciò che gli viene chiesto: il Libro dei Mutamenti non risponde alla domanda, descrive piuttosto la dinamica della situazione in corso. La domanda, se ben posta, serve solo a postulante per focalizzarsi sulla questione, se non è ben posta, ad aumentare la confusione.
  6. Non accettare le “contraddizioni” del responso: spesso in una situazione sono all’opera forze divergenti e si presentano insieme aspetti positivi e negativi, l’oracolo mette in evidenza queste “contraddizioni”, ma indica anche la strategia migliore per superarle.
  7. Credere che l’oracolo preveda il futuro: il responso descrive la situazione attuale, le sue dinamiche e le sue possibili evoluzioni in base alle nostre azioni. Il futuro è aperto e dipende dalle scelte che facciamo o non facciamo adesso.
  8. Interpretare l’Esagramma di “Mutazione” come sviluppo ed evoluzione temporale della situazione descritta dall’Esagramma di partenza: se il responso rappresenta lo sviluppo temporale degli avvenimenti, questo va letto nella  successione delle linee mutanti, non nell’Esagramma di “Mutazione”. Seguendo le indicazioni di Pierre Faure, consiglio di chiamare quest’ultimo “Esagramma di Prospettiva”, perché esso esprime il punto di vista da cui osservare l’Esagramma di partenza, piuttosto che la sua conseguenza logica o temporale.
  9. Credere che l’oracolo risolva i nostri problemi: i nostri problemi li possiamo risolvere soltanto noi e nessun altro, l’I Ching ci può però essere d’aiuto e indicare la strada.
  10. Pensare che, se non vi sono linee mutanti, la situazione è “bloccata”: non è la situazione ad essere “bloccata”, piuttosto, quando vi è un Esagramma fisso, senza mutazioni, ciò generalmente indica che si ripropone al postulante una questione ricorrente che riguarda più il suo modo di pensare e di porsi che non la situazione specifica.
  11. Credere che se il responso è favorevole andrà tutto bene: il responso pone delle condizioni esplicite per cui si avrà un esito positivo se (e solo se) verranno compiute le azioni richieste. Inoltre, il responso pone delle condizioni implicite per cui si avrà un esito positivo se (e solo se) si opera correttamente ed in accordo col proprio “mandato celeste”.
  12. Credere che se il responso è sfavorevole andrà tutto male: come al punto precedente. Va inoltre aggiunto che, per quanto la situazione possa essere “sfortunata”, il Libro dei Mutamenti mette sempre in evidenza le opportunità evolutive che essa offre alla persona “nobile”.
  13. Credere che ciò che pensiamo noi o ciò che pensano le altre persone abbia qualche importanza: l’I Ching è pragmatico e considera ciò che la gente fa o non fa in base al ruolo che ha nella situazione specifica, ciò che crediamo, pensiamo o crediamo di pensare non ha alcun rilievo reale se non influenza il nostro comportamento effettivo.
  14. Porre domande su ciò che fanno o, ancora peggio, pensano o provano altre persone: non è eticamente corretto ed impedisce di comprendere il senso del responso, perché l’oracolo risponde riguardo al postulante, non ad altri.
  15. Non adattare genere, numero e tempo alla situazione effettiva del responso: la lingua cinese non ha la punteggiatura, non distingue aggettivi, verbi e sostantivi, non ha differenze di genere e numero e neppure declinazioni verbali, per cui è sempre opportuno “tradurre” il responso a seconda delle caratteristiche della domanda e del postulante. Ad esempio, se la consultazione viene effettuata da una donna è spesso opportuno leggere “la nobile” piuttosto che “il nobile”.
  16. Confondere il testo originale con i commenti del traduttore: i commentatori del Libro dei Mutamenti hanno sempre opinioni divergenti e contraddittorie, ma ciò non può essere ovviamente addebitato all’I Ching. Consiglio, almeno in prima battuta, di confrontarsi sempre e soltanto con il testo originario del Libro dei Mutamenti, prima di avventurarsi nella ricerca di interpretazioni di qualsiasi genere e tipo, per quanto autorevoli possano essere.
  17. Ripetere compulsivamente la stessa domanda: è opportuno non interrogare nuovamente l’I Ching sulla stessa questione finché non si è adeguatamente metabolizzato il responso precedente, perché, viceversa, non si fa altro che incrementare il proprio livello di confusione.

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L’I Ching è un oracolo, un libro di saggezza ed una guida a cui tutti possono accedere per porre le proprie domande, ricevere indicazioni sul giusto atteggiamento da tenere e sulle azioni da intraprendere (o da non intraprendere) nelle varie situazioni della vita e nel cammino della propria evoluzione personale.
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