Tao Te Ching: “La Via senza nome”

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Radio3 ha proposto nel 2005 alcune interessanti conversazioni con Attilio Andreini sul Tao Te Ching (daodejing), sullo Zhuang Zi e sul Lie Zi, dal titolo “La Via senza nome – La Cina del Laozi”. Buon ascolto:

  1. Il Vecchio Maestro tra storia e mito
  2. La giada e la pietra
  3. Cessare di agire
  4. Un vapore leggero
  5. L’immagine del niente

11 pensieri riguardo “Tao Te Ching: “La Via senza nome”

    1. Ciao Barbara, in effetti hai ragione: purtroppo le registrazioni non sono più accessibili. Però nel commento precedente puoi vedere un’interessante conferenza, sempre di Andreini, su un argomento analogo

  1. dal sito di Radio3:

    17/04/2005
    Letture ‘La Via senza nome. La Cina del Laozi’. con Attilio Andreini. 1a puntata ‘Il Vecchio Maestro tra storia e mito’

    Quale senso può avere, nel momento in cui la Cina esce dal suo isolamento culturale e si apre a una rapidissima industrializzazione e alla “conquista” dei mercati mondiali, ricostruire il pensiero delle sue antiche dottrine, dimenticate dai cinesi stessi? E d’altra parte, si può parlare di “religioni” per tradizioni che sono, nello stesso tempo, cosmogonie, insegnamenti etici,e trattati di medicina e di strategia militare o politica? E non è in fondo, la tradizione cinese, ancorata soprattutto al culto degli antenati, possente espediente che permette di preservare la propria identità? Eppure, se è vero che d’ora in avanti la Cina si farà più prossima a noi, per comprenderne le strutture logiche dovremo imparare a conoscere le loro radici.
    Cominciamo con una nuova edizione del Dao, opera del Vecchio Saggio Laozi, figura a metà tra storia e leggenda, guidati da Attilio Andreini e Maurizio Scarpari, autori degli studi più recenti.

    Segnalazioni:

    Attilio Andreini (a cura di), Laozi. Genesi del ‘Daodejing’, Einaudi, 2004

    Marcel Granet, La religione dei cinesi, Piccola Biblioteca Adelphi, 1994

    1 Eternamente senza nome è la Via
    2 Pur minuta nella Sua ruvideza naturale,
    3 Nessuno al mondo ha l’ardir di soggiogarLa
    4 Se Nobili e Sovrani riuscissero a serbarLa con cura
    5 Di loro sponte i Diecimila esseri a lor si sottometterebbero,
    6 E Ciel e Terra, uniti in consonanza,
    7 Distillerebbero dolce rugiada
    8 Che, da sé ed equamente, su tutti cadrebbe, senza che il popolo lo avesse Comandato.
    9 Nel principiar a “dividere e controllare”, s’hanno i nomi.
    10 Assegnati i nomi,
    11 Dovremmo pur saper che il tempo di fermarsi è giunto.
    12 A saper quando fermarsi, i pericoli si scansano.
    13 La Via, diremmo, è per il mondo intero,
    14 Quel che il fiume e il mare son per l’esiguo ruscello.

    (Laozi)

  2. 24/04/2005
    Letture ‘La Via senza nome. La Cina del Laozi’. con Attilio Andreini. 2a puntata ‘La giada e la pietra’

    Che cos’è la Via “il Dao” e che cos’è la Virtù “il De” che costituiscono il fondamento della dottrina e del pensiero del Tao? In questa puntata, in cui si prenderanno in esame alcune stanze del libro di Laozi, che la tradizione ha definito un “angelo vivente”, si considereranno la complessità e i paraddi di questi due concetti, che si esprimono in una ricchissima varietà di espressioni. Interviene anche Tiziana Lippiello per un confronto tra la “metafisica” del Tao e l'”etica” confuciana.

    Segnalazioni:

    Confucio, Dialoghi, Traduzione e cura di Tiziana Lippiello, Torino, Einaudi, 2003

    Attilio Andreini (a cura di), Laozi. Genesi del ‘Daodejing’,con un saggio introduttivo di Maurizio Scarpari, Einaudi, 2004

    Stanza 55

    1 Chi custodisce in sé tutta la pienezza della Virtù
    2 All’infante è pari
    3 Vespe, scorpioni, serpenti e vipere non lo mordon,
    4 Né rapaci e fiere lo ghermiscono.
    5 Fragili e delicate ha le ossa; molli e deboli i muscoli, ma salda è la sua presa.
    6 Seppur ignori ancora l’unione tra maschio e femmina, il suo pene si erge,
    7 Poiché all’apice del vigor è la sua essenza seminale.
    8 Seppur gridi tutto il di’, non resta fioco,
    9 Poiché è all’apice dell’armonia.
    10 “Armonia” vuol dire”(seguire quel che è) costante”,
    11 “Intender ciò che è costante” vuol dire “essere illuminato”,
    12 “Accrescere il principio vitale” vuol dire, invece “infausto presagio”
    13 “Controllar con la mente il flusso del soffio vitale” vuol dire “forzar le cose”.
    14 Raggiunto l’apice del vigor, le cose declinano.
    15 Ciò si dice “contrario alla Via”,
    16 E, come tale, presto perisce.

    (da Laozi. Genesi del ‘Daodejing’)

  3. 01/05/2005
    Letture ‘La Via senza nome. La Cina del Laozi’. con Attilio Andreini. 3a puntata. ‘Cessare di agire’

    Una sorta di teologia negativa, o di via apofatica alla pienezza del vivere, si sta delineando il Dao del Laozi, soprattutto se si leggono le stanze che specificano come il saggio taoista debba cercare di “non agire”, “non desiderare”, “non sapere” e “non parlare”. Ma a che scopo questa serie di negazioni? Come vivere senza agire? Come essere felici senza adempimento dei desideri? Attilio Andreini e Maurizio Scarpari ci introducono alla logica sottile e paradossale del Dao. Interviene anche uno dei maggiori studiosi internazioneli del Dao, Roger Ames, che ci evidenzia la logica sottile delle affermazioni taoiste, e ci introduce a un altro classico del taoismo, lo Zhuangzi.

    Segnalazioni:

    Attilio Andreini (a cura di), Laozi. Genesi del ‘Daodejing’,con un saggio introduttivo di Maurizio Scarpari, Einaudi, 2004

    Confucio, Dialoghi, Traduzione e cura di Tiziana Lippiello, Torino, Einaudi, 2003

    Roger T.Ames e David L. Hall, Daodejing : making this life significant : a philosophical translation, Ballantine Books, New York, 2003

    Il sito http://www.zhongwen.com, che consente con un clic sul carattere cinese di avere il suo significato e la sua etimologia

    Stanza 56

    1 Colui che sa, non ne parla,
    2 Colui che parla, non ne sa.
    3 Le entrate, bloccale,
    4. Le porte, serrale.
    5. (La Via) attenua il bagliore,
    6. Le disperse polveri raduna,
    7 Le asperità ottunde,
    8 I nodi dipana.
    9 La si definisce “Arcana Unione”.
    10 Sicché con Essa non v’è modo d’entrar in intimità,
    11 E, in fondo, neppur di scansarLa.
    12 Non v’è modo di favorirLa,
    13 E, in fondo, neppur di danneggiarLa
    14 Non v’è modo di onorarLa
    15 E, in fondo, neppure di denigrarLa.
    16 Ecco perché dal mondo intero è onorata.

    (da Laozi. Genesi del ‘Daodejing’)

  4. 08/05/2005
    Letture ‘La Via senza nome. La Cina del Laozi’ 4a puntata. ‘Un vapore leggero’

    Nella quarta puntata del ciclo dedicato all’esplorazione del Dao, continuiamo la lettura del Laozi , il teso-base del movimento di pensiero e di vita, sorto in Cina nel VI-V secolo a.c.. Lo facciamo analizzando le stanze del Laozi nella traduzione curata da Attilio Andreini. Intervengono anche Ester Bianchi – che ci illustra le scuole taoiste nell’antichità e nella Cina di oggi – e Giangiorgio Pasqualotto, studioso di filosofia orientale, che si sofferma sul confronto tra il pensiero taoista e le culture occidentali, mettendo in rilievo gli elementi di modernità che si possono individuare nel Dao.

    Segnalazioni:

    Attilio Andreini (a cura di), Laozi. Genesi del ‘Daodejing’,con un saggio introduttivo di Maurizio Scarpari, Einaudi, 2004

    Giangiorgio Pasqualotto, Il tao della filosofia. Corrispondenze tra pensieri d’Oriente e d’Occidente, Il Saggiatore.

    Il sito http://www.zhongwen.com, che consente con un clic sul carattere cinese di avere il suo significato e la sua etimologia

    Stanza 10

    1.Nel sostenere le tue anime a stringersi in unità,
    2.Saprai evitar che si separino?
    3.Nel concentrare il soffio vitale fino a renderlo vapore leggero,
    4.Saprai far come l’infante?
    5.Nel tergere il tuo Profondo e Oscuro Specchio,
    6.Saprai le tracce rimuovere?
    7.Nell’amar il popolo e nel governar il paese,
    8.Saprai rinunciar alla perspicacia?
    9.Nell’aprir e serrar le Porte del Cielo
    10. Saprai far come la Femmina?
    11. Nel chiarir e nel comprendere le cose in ogne dove,
    12. Saprai rinunciare al sapere?
    13. (Il Tao) dà loro la vita, e li assiste,
    14. Dà loro la vita, ma pretese di possesso non avanza,
    15. Alla testa si pone, ma non esercita autorità:
    16. È quel che si dice “Arcana Virtù”.

    (da Laozi. Genesi del ‘Daodejing’)

  5. 15/05/2005
    Letture ‘La Via senza nome. La Cina del Laozi’ 5a puntata. ‘L’immagine del niente’

    Si conclude con questa puntata il ciclo dedicato alla dottrina e al pensiero del Tao.
    Con Attilio Andreini analizziamo, oltre al libro di Laozi, altri testi fondamentali del pensiero classico taoista, lo Zhuangzi e il Lieh-zi.
    PadreSergio Ticozzi, da trent’anni missionario in Asia, interviene con una riflessione sugli sviluppi che può avere la pratica religiosa taoista nella Cina d’oggi.
    Ospite della puntata anche il filosofo e sinologo francese François Jullien, che ci illustra i suoi studi sul confronto tra pensiero cinese e pensiero occidentale.

    Segnalazioni:

    Attilio Andreini (a cura di), Laozi. Genesi del ‘Daodejing’,con un saggio introduttivo di Maurizio Scarpari, Einaudi, 2004

    Sergio Ticozzi, Il Tao della Cina oggi, Edizioni Fondazione G. Agnelli, Torino, 1998.

    Francois Jullien, Elogio dell’insapore: a partire dal pensiero e dall’estetica cinese,, Raffaello Cortina, Milano, 1999.

    Francois Jullien, Strategie del senso in Cina e in Grecia, Meltemi, Roma, 2004.

    Stanza 14

    1. Lo guardi senza scorgerlo:
    2. Si chiama “minuto”.
    3. Stai in ascolto ma non lo senti:
    4. Si chiama “silente”.
    5. Lo tocchi ma non lo prendi:
    6. Si chiama “inafferabile”.
    7. Son tre qualita` che non ci è dato investigare oltre,
    8. Per questo, le consideriamo strette in Unità.
    9. Dell’Uno si dice:
    10. La sua sommità ad altro non lascia spazio!
    11. Sotto, neppure un nonnulla trascura!
    12. Incessante, immenso!
    13. Nominar non lo si puo`.
    14. A quando nessuna cosa esisteva, fa ritorno.!
    15. Lo si definisce “forma di forma priva”
    16. Del niente è l’immagine,
    17. È quel che si dice “oscura e vaga sembianza”
    18. Seguilo, e non ne vedrai il tergo.
    19. Vagli incontro, e non ne vedrai il volto.
    20. Saldo tieniti all’odierna Via,
    21. Per amministrare le faccende d’oggi,
    22. E per conoscer il lontano primordio.
    23. Ciò vien detto “il bandolo della Via”

    (da Laozi. Genesi del ‘Daodejing’)

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