
Una volta Zhuang Zi sogna di essere una farfalla, una farfalla che svolazza, che si sente libera e che ignora l’esistenza di Zhuang Zi. Improvvisamente si risveglia, ed è nuovamente Zhuang Zi.
A quel punto, però, non è più in grado di sapere è stato Zhuang Zi a sognare di essere una farfalla o se è stata una farfalla a sognare di essere Zhuang Zi.
(Zhuang Zi, cap. II ed. Adelphi)
Quello che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo lo chiama farfalla. (Richard Bach)
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Questa storia rimanda ad un famoso sogno di Jung, nell’ ultimo periodo della sua vita: il costrutto è lo stesso!
Il mio riferimento è tratto da “Il mondo dei sogni” di Marie-Louise Von Franz.
Ti riporto l’intervista di Fraser Boa, psicologo junghiano, alla Von Franz.
FB: Concludiamo con il sogno sorprendente di Jung nel quale egli incontrò il Se’ nei panni di uno yogi. Jung sognò di camminare lungo una stradina che portava a una piccola cappella. Entrava e rimaneva sorpreso di non vedere sull’altare alcuna statua della Vergine e neppure un crocifisso, ma soltanto una bella composizione di fiori.
Poi, sul pavimento di fronte all’altare, vedeva uno yogi seduto nella posizione del Loto, in profonda meditazione.
MLVF: Jung si rese conto, e ne rimase colpito, che era lo yogi a immaginare lui: che nel suo stato di trance,una sorta di immaginazione attiva, stava immaginando la vita di Young, stava sognando di lui….
il comune mortale professor Jung costituiva il sogno di questa fondamentale immagine interiore.
FB: E pure l’immagine dello yogi era allo stesso tempo un sogno di Jung. Il paradosso mi riconduce al sogno di Ch’uang T’ze.
MLVF: Ch’uang T’ze ( pr. Zhuang Zi) raccontò di aver sognato di essere una farfalla.
Da allora continuò a chiedersi se egli fosse l’uomo che aveva sognato di essere una farfalla o se fosse la farfalla che aveva sognato di essere un uomo.
Ecco la verità: non è possibile comprendere.
La farfalla è il simbolo del Se’.
Noi siamo il sogno del Sé oppure è il Se’ il nostro sogno?
Non lo sappiamo, questo è tutto…
Pag.37/38
Ancora poi, a pag. 35, la Von Franz così si esprime sul concetto del Se’:
…”nella maggior parte dei sistemi religiosi si allude ad un Centro divino da cui scaturisce ogni ordine e organizzazione.
Tale centro si manifesta nel sogno, a volte, appunto, come Centro, Mandala, Citta’ Segreta, un Cerchio, un Quadrato o una qualsivoglia conformazione astratta. Può anche apparire come un Fanciullo Divino, una Figura salvifica, una figura di Salvatore, un Vecchio Saggio o una Vecchia Saggia, o come uno Psicopompo, colui che guida la nostra vita psichica.
Tutte queste immagini sembrano dirette a quell’ importante centro della nostra psiche, assolutamente sconosciuto e inconoscibile, il Se’.
Secondo Jung il Se’ rappresenta quel centro divino della psiche, sovraordinato, profondo e ignoto che deve essere esplorato per tutta la vita.
Nessuno sa che cosa sia il Se’che è dentro ciascuno e neppure che cosa voglia.
Esso si manifesta soltanto in sogno.
Possiamo affermare che i sogni sono le lettere che il Se’ ci invia ogni notte per indurci ad impegnarci un po’ di più in questo un po’ di meno in quest’altro, o per indicarci di andare diritto a sinistra o a destra.
Se ci fermiamo a pensare alla nostra vita passata, ci rendiamo conto che si conforma ad un modello, come se il Se’ avesse in serbo un progetto che ci riguarda, una sorta di destino.
C’è però il pericolo di confondere quello che Jung intende con il termine Se’, con il concetto di autorealizzazione espresso dalla maggior parte della letteratura psicologica.
Qui il termine si riferisce alla costruzione di una forte coscienza egoica che è sicuramente importante, specialmente nella prima metà della vita, ma non ha nulla a che vedere con il concetto junghiano di Se’, che non riguarda l’auto realizzazione nel senso comune della parola.
Si tratta invece, di un incontro avventuroso con un importante centro profondo dentro a ciascuno di noi.”
Bai Yuchan
Discorso sul sogno
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Alfredo Cadonna
CIÒ CHE NON È SOGNO ALL’INTERNO DEL SOGNO.
UNA NOTA SUL MENGSHUO
DEL MAESTRO TAOISTA BAI YUCHAN
Bai Yuchan
Discorso sul sogno
Il Divino Agricoltore Shen Nong sognò l’Augusto Celeste che gli trasmetteva le Scritture di Giada con le istruzioni per assaggiare le diverse piante medicinali. L’Imperatore Giallo sognò di raggiungere il Paese in cui sorgeva la Suprema Corte di Hua Xu. L’Imperatore Shun sognò di
rendere omaggio al saggio Cheng. Il re Gaozong grazie ad un sogno ottenne Yue come assistente
nel governo. Confucio incontrò in sogno il Duca di Zhou. 7 Lao Dan viaggiò in sogno a Ji Bin.
Tutti questi casi hanno a che fare con il sogno. Tuttavia essi sono esempi di come si possa dormire pur non dormendo, non si tratta affatto di “sogno all’interno del sogno”. Si consideri a questo proposito la storia in cui Zhuang Zhou sogna di essere una farfalla 11 o quella in cui Lü Dongbin sogna di essere un grillo-talpa. Nella più remota antichità casi come questi erano molto numerosi e rinviavano, se pure in maniera diversa, allo stesso principio. Nel Nanhua jing si dice: “[Gli Uomini Veri] quando dormivano non sognavano e quando si svegliavano non avevano preoccupazioni”. Si tratta di ciò che avviene nello stato in cui lo Spirito è concentrato in un tutto unico e cessa di dividersi, in cui il Soffio è unificato e cessa di disperdersi. 14 Si tratta di tutti quei casi – si pensi a ciò che riuscì a realizzare l’Imperatore Fu Xi grazie alla concentrazione nel proprio cuore” – nei quali il sognare di cui si parla si riferisce allo stato in cui Spirito e Soffio si uniscono a formare un tutt’uno; uno stato che è perfetta Sincerità e nulla ha a che fare con il sognare fatto di illusorio lavorio mentale all’interno del sonno. Se non si comprende quel Principio che all’interno del sogno non è sogno, allora si sarà preda di una coscienza instabile e si vagherà nel regno delle forze sottili, si fluttuerà lontano senza possibilità di ritorno, ci si perderà nelle tenebre senza possibilità di volgersi indietro; rimanendo agganciati al solo mondo dei sensi e delle emozioni non si potrà che rimanifestarsi in una delle quattro forme di nascita [lett.: da un embrione, da un uovo, dall’umidità come gli insetti, per metamorfosi come le farfalle]. E che dire di quelli che si perdono in diecimila giri di bevute, in canti cento volte ripetuti, in affari e manovre che non hanno mai fine, con un cuore che non conosce pace? Non è forse questo un sognare ad occhi aperti? E che dire di quando dormono? A questo si riferisce Su Dongpo quando scrive “In questo mondo di meditanti senza occhi, ciò che li risveglia all’improvviso è il suono di una ronfata”. Ahinoi! Sta davvero parlando dei nostri contemporanei! Il loro unico Spirito è quello che traggono dai distillati, la loro unica Vera Natura è quella del fango in cui razzolano. E sono davvero tanti! Un antico Venerabile lo ha detto:
“Il corpo illusorio , questo è il sogno.”