Chi ha scritto l’I Ching?

Lo YI Jing (I Ching), il Libro dei Mutamenti, ha una struttura complessa perché, in realtà, è composto da 12 libri, che sono stati scritti nel corso di circa un millennio:

  • il testo canonico, detto Zhou Yi 周易, “Mutamenti dei Zhou” (dal nome della dinastia, ma significa anche “Mutamento Ciclico o Universale”), a sua volta suddiviso in due parti, e
  • le “Dieci Ali” (十翼 shi yi), i 10 commentari classici, che sono parte integrante del “Libro (o Classico) dei Mutamenti”, lo Yi Jing (I Ching) 易經.

Il testo canonico comprende i testi oracolari veri e propri:

  • le Sentenze (o Giudizi), una per ogni Esagramma, e
  • i Testi delle Linee, uno per ognuna delle sei linee di ciascun Esagramma.

Secondo la tradizione, le Sentenze furono scritte da Re Wen dei Zhou e le Linee da suo figlio, il Duca di Zhou, i fondatori dell’omonima dinastia, intorno all’anno 1000 a.C., mentre i simboli, Trigrammi ed Esagrammi, molto più antichi, sono attribuiti a Fu Xi, il mitico fondatore della civiltà cinese, che sarebbe vissuto intorno al 3000 a.C..

Nel corso dei secoli una serie di altri testi, attribuiti tradizionalmente a Confucio (V sec. a.C.), si aggiunse al nucleo centrale divinatorio. Si tratta sia di commentari volti a spiegare il significato del testo che di veri e propri trattati di carattere cosmologico. Alcuni di essi raccolgono l’eredità di tradizioni orali probabilmente molto antiche; altri, di origine letterata e di impronta moralista, sono un prodotto della scuola Confuciana. Furono raccolti in epoca Han (a partire dal II sec. a.C.) e fu loro data una struttura organica in dieci volumi, denominati “Dieci Ali”. Nello stesso periodo i Mutamenti e le loro Ali assursero allo status di “Classico” (經 Jing o Ching) sotto il nome collettivo di Yi Jing (I Ching).

Alcuni di questi commentari ebbero un ruolo fondamentale nella trasformazione dei Mutamenti da manuale divinatorio a testo sapienziale: in particolare lo Xi Ci, “Testi annessi (o Sentenze Aggiunte)”, noto anche come Da Zhuan, “Grande Commentario” (V e VI Ala), che rappresenta il fondamento del pensiero cinese in ambito filosofico, cosmologico e scientifico. Ad esso si affianca per importanza lo Shuo Gua (VIII Ala), più specificamente dedicato alla “Spiegazione dei Diagrammi (o Discussione dei Trigrammi)”, che esamina i segni grafici, in particolare i Trigrammi, e la loro simbologia.

Le prime quattro Ali entreranno invece a far parte del testo divinatorio vero e proprio, si tratta:

  • del “Commentario sui Giudizi (Sentenze)” (Tuan Zhuan, I e II Ala) e
  • del “Commentario per Immagini” (Xiang Zhuan, III e IV Ala). Quest’ultimo consta in realtà di due elementi ben distinti:
    • le “(Grandi) Immagini” (Da Xiang), che descrivono l’atmosfera generale di ogni esagramma a partire dalle immagini naturalistiche dei Trigrammi componenti, e
    • le “Piccole Immagini (o Commenti alle Linee)” (Xiao Xiang), glosse relative ai testi delle linee dallo stile vicino a quello del Tuan Zhuan.

Anche la VII Ala, denominata Wen Yan, “Parole della Scrittura (o Commento alle parole del testo)”, titolo dal significato polivalente che accosta l’ideogramma della parola detta a quello della scrittura intesa come civiltà e raffinatezza, sarà inclusa a mo’ di commentario nel testo dei primi due esagrammi. Di origine eteroclita, essa consta di osservazioni di diversa origine (alcune sicuramente di tradizione orale, altre dal sapore decisamente letterario) riguardo i soli primi due Esagrammi, Qian e Kun, e le loro linee.

Le ultime due Ali sono di stesura tarda (II sec. d.C. circa), ma raccolgono probabilmente una più antica tradizione di “saggezza popolare”:

  • la IX, “I Diagrammi ordinati (La Serie)” (Xu Gua), illustra l’Ordine Canonico dei 64 Esagrammi in termini di necessità secondo il naturale evolversi delle situazioni;
  • la X, “I Diagrammi scompigliati (I Segni Misti)” (Za Gua), ha l’aspetto di una lunga “filastrocca” piena di assonanze, in cui il nome di ogni Esagramma è associato ad una breve espressione mnemonica (spesso un ideogramma soltanto) che ne riassume il senso generale.

Nell’antichità i 12 libri, costituiti da altrettanti rotoli di listarelle di bambù, erano fisicamente separati l’uno dall’altro. In seguito, con l’invenzione della stampa e del “libro” in senso moderno, per praticità, è invalso l’uso di distribuire nel testo dei singoli Esagrammi tutte le parti delle 10 Ali ad essi riferite.

La “farfalla”, mostra quanto sia complessa la struttura del Libro dei Mutamenti.

[testo tratto da “YI JING (I Ching) – Guida alla consultazione diretta e spontanea del Libro dei Mutamenti”]

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