Il tempo della vita: orologi, stagioni e oracoli

C’è, infine un terzo modo di concepire il tempo: quello che i greci chiamavano kairos. Kairos è il tempo propizio, il momento giusto per fare le cose giuste. In questa nozione qualitativa del tempo non c’è consequenzialità, c’è solo quella particolare composizione di eventi in cui si riflette anche la nostra soggettività (psiche). Indifferenza, calma, piacere, impazienza, irritazione si mescolano agli eventi e compongono immagini emotive capaci di rallentare o accelerare la percezione del tempo.

Questa è anche l’immagine del tempo che emerge dal pensiero orientale dove gli eventi non sono connessi da relazioni temporali di causa ed effetto, bensì da indissolubili legami di significato. Mentre la mentalità occidentale accuratamente separa, pesa, sceglie, classifica, isola, ecc., l’immagine cinese del momento contiene ogni particolare fino al più minuto assurdo dettaglio, perché l’istante è il totale di tutti gli ingredienti, ci ricorda Jung nella sua mirabile prefazione all’I King, nella traduzione di Richard Wilhelm.

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#Jung: “sono un amante geloso dell’I Ching” #IChing #YiJing

Sono un amante geloso dell’I Ching e so che questo genere di cose si sviluppa al meglio e si svela in modo naturale solo se non diventa un mero tecnicismo.”
(C.G. Jung, 25 ottobre 1935 – Letters; Vol. 1, Pg. 200-201)

Sorgente: Carl Jung … I’m a jealous lover of the I Ching… | Carl Jung Depth Psychology

La Sincronicità ed il mistero delle “coincidenze significative” secondo Carl Jung

Under a Sacred SkyColoro che credono che il mondo manifesto sia governato dalla fortuna o dal caso, e che dipenda da cause materiali, sono ben lontani dal divino e dalla nozione di Uno.
(Plotino, Enneadi, VI.9)

(Leggi l’articolo: Synchronicity and the Mind of God: Unlocking the Mystery of Carl Jung’s “Meaningful Coincidence”…)

#Jung e l’Oriente: “possiamo adottare le pratiche orientali?”

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Il metodo occidentale mira a una restaurazione dell’integrità e della pienezza della vita, di ciò che il cinese chiamerebbe “cuore”, la sede dello spirito cosciente e della conoscenza che deriva dai sensi, dalle passioni e dalle loro proiezioni. Al contrario, il metodo orientale mira a riassorbire nell’essere la vita, in una specie di “ipercoscienza” dove l’essere sia sottratto al disperdersi e perdersi nell’illusione dell’oggettivazione. Nella meditazione non si realizza la pienezza dell’unione degli opposti, le “nozze sacre” rappresentate come immagini terminali del processo di individuazione, ma la “non lieta non triste” serena luce che nasce dall’essersi sottratti al gioco degli opposti e del loro reciproco fecondarsi.

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#IChing e #Jung: Sincronicità, Coincidenze, Preveggenza secondo la conoscenza junghiana degli archetipi e dell’inconscio collettivo

di Pier Pietro Brunelli

Carl Gustav Jung si è dedicato allo studio e alla sperimentazione dei cosiddetti “fenomeni occulti” e quindi anche al valore premonitorio dei sogni e di tec​niche oracolari (come ad esempio l’I Ching di cui scrisse la prefazione per la versione occidentale nel 1923, ma anche i tarocchi, l’astrologia e altre tecniche mantiche). Come funzionano ‘realmente’ queste forme o attitudini di superare le categorie di spazio e di tempo, e quindi di conoscere il passato e il futuro?

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#Jung #Sincronicità e #IChing

CARL GUSTAV JUNG

L’I Ching è un metodo per cogliere nella sua totalità una situazione e porre quindi il problema singolo nel quadro del grande gioco antitetico di Yang e Yin.

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L’I Ching e… Carl Gustav Jung

L’Yi Jing non si fa avanti con dimostrazioni e risultati, non fa l’imbonitore di se stesso, né è facile avvicinarglisi. Quasi fosse una parte della natura, aspetta di essere scoperto

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#Ching e #Jung: l’Alchimia fra Oriente ed Occidente

Lino Carriero

Archetipi e Processo d’individuazione

Carl Gustav Jung

Perché non tentare un dialogo con un antico libro che pretende di essere animato?”

Ẻ inevitabile! Si parla del Libro dei Mutamenti e sempre si finisce per parlare di Jung. Eppure l’I Ching non ne avrebbe bisogno, visto che gode di ottima longevità. Ma è grazie a Jung se l’oracolo può esibire una seconda giovinezza passando dal mondo delle cosiddette superstizioni a quello civilissimo della ragione occidentale. Non varrebbe la pena dilungarsi troppo su Jung nell’esclusiva relazione con l’ I Ching, pena un certo snaturamento della natura spirituale di questo come degli altri oracoli. Eppure è indubbio che tutti noi, adepti dei Mutamenti, abbiamo un debito con lo psicanalista. Anzi molti debiti, primo fra tutti l’aver deviato il corso della psicoanalisi verso la china troppo scientista che pretenderebbero i freudiani e non solo; così come aver insegnato agli europei a non porre la propria civiltà al di sopra delle altre, poiché la madre di tutte le civiltà è inconsciamente collettiva.

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